L’Isola delle ultime spiagge.


Crescete e moltiplicatevi. Loro però sono sempre gli stessi. Consci di un consenso che non è più quello di una volta, almeno quello di tre anni fa, cercano, nelle cosiddette nobili cause, di promuovere la loro azione politica contraria al sindaco “orco” brutto e cattivo. Parlano di clima dei veleni, ostentando un fastidiosissimo vittimismo, ma prendendo, ahimè, nota degli ultimi comunicati stampa di alcuni partiti, non si può non contestare, con la classica veemenza che mi appartiene, la loro azione. Per tutto e di tutto si servono pur di vestire i panni di rivoluzionari sessantottini. Anche di un partito, dal nome che sa di polvere, Rifondazione Comunista, i cui voti a Sant’Anastasia, e non solo, si contano ormai sulle dita di una mano. Non si accorgono però che siamo nel 2012, che aldilà dell’anno della profezia dei Maya, è anche un anno avanzato rispetto al clima dei movimenti studenteschi e delle lotte neri/rossi. Etichettare persone come fasciste, squadriste, dal manganello facile è raccapricciante.  Pare che siano stati ibernati in un freezer, che si scalda a poco a poco: siamo lontani dai manganelli, e per nostra fortuna, anche dal comunismo e dalle armate rosse. Vedi persone al consiglio comunale che non avevi mai visto, almeno negli ultimi 5 anni. Ti accorgi che sono diventanti, nell’ultimo lustro, esperti di ecologia e anastasiani purosangue pronti a tutto pur di difendere la loro anastasianità, quando fino a poco fa non erano a conoscenza dell’esistenza di Palazzo Siano. Mi sorge un dubbio: stai a vedere che si diventa cittadini attivi solo quando si tratta di “mettere a posto” qualcosa che ti riguarda da vicino? Raccapricciante bis. Tutti hanno diritto di polemizzare scelte, a mio parere; soprattutto i cittadini della periferia che non vivono sotto la luce del riflettore. Quando però subentrano strumentalizzazioni, retorica e molta disinformazione appoggiata, tra l’altro, da esponenti politici che giocano a guardie e ladri, si corre il rischio che una nobile protesta acquisisca i connotati di una mera pagliacciata. I cittadini di via Romani, sempre a mio modesto e umile parere, hanno fallito principalmente per (in) questo. Si sono affidati a chi trasforma l’argomentazione delle scelte in polemica sterile; a chi ha fatto suo questo problema per avallare la propria posizione di oppositore ferrigno e di rango nel consiglio comunale. Cercano da una vita di elevarsi a fare i sindaci, divenire i primi, ricoprire chissà quali cariche, e c’ho mancato il poetico “per il bene del paese” ma non ci sono mai riusciti, alle urne e per le strade. Una protesta senza sforzate etichettature partitiche e appoggi da parte di persone che son bruciate (usando, guarda caso, un eufemismo tipico del gergo ecologico) avrebbe avuto, secondo me, miglior vita. State tranquilli, l’isola è cologica per sua connotazione e nomenclatura. Diffidate da chi vi parla della nuova Chernobyl. E qui, mi verrebbe da ridere, ma con rettitudine mi taccio.

P.S. Esprimo la mia totale soliderietà al reporter Domenico Iossa, che per il solo fatto di essere amico del sindaco, è stato cacciato via da un evento tenutosi a via Romani ed a cui erano stai invitati tutti i cittadini, giornalisti e non.       

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