Covid ed elezioni: perchè il fenomeno no-vax è (solo) un talk show


A Milano il dato è stato più che inequivocabile: Gianluigi Paragone, candidato a sindaco con il suo movimento ItalExit, ha raccolto veramente poco. Eppure ce lo siamo ritrovati, nostro malgrado, protagonista indiscusso di un talk show su due, durante il quale cavalcava, imperterrito, l'onda del "regime sanitario" che ci avrebbe imposto Mario Draghi o chi per esso. Ma più in generale, occorrerebbe porsi un interrogativo serio, anche in virtù dei risultati delle urne, e che vanno aldilà di Paragone o di altri no-vax, in ordine sparso, che erano candidati. 

E cioè, se quello di cui si dibatte in televisione interessi veramente gli italiani, o meglio, se interessi in modio serio e convincente, o rappresenti esclusivamente un diversivo serale tra le portate della cena. I social, poi, sono una cassa di risonanza del malcontento - questo lo si sa - ma non proiettano, quasi mai, il reale andamento di una motivazione. Non è improbabile che parecchi degli utenti che reagiscono con "aargh" ad una bufala postata sul web, nelle urne poi si affidino al buonsenso, alla serietà. E questo, malgrado tutto, potrebbe essere un dato confortante. A Bologna, Napoli e Milano, per esempio, trionfano persone - se vogliamo - miti, equilibrate, sagge. Il sindaco uscente Sala, per esempio, riconfermato in modo plebiscitario, è stato uno dei politici più attaccati durante il primo lockdown, reo (almeno secondo i profili facebook) di non aver saputo gestire la crisi pandemica nella città più dinamica ed "affollata" d'Italia: non sarebbe stato in grado, sempre secondo le iraconde tastiere social, di gestire qualcosa di inimmaginabile, con mezzi sconosciuti, entro tempi indeterminati. Eppure le urne gli hanno dato suprematicamente ragione. 

Sul fenomeno Salvini (inteso come accadimento, ovviamente), la questione è un po' più ampia: la Lega, cosi come Fratelli d'Italia, hanno tenuto, per carità: ma sui social, appaiono mastodontici, senza rivali, per intenderci; in realtà, il centrodestra non convince, anzi è quasi sempre superato dall'asse PD/5Stelle. 

E dunque, la realtà supera l'immaginazione, almeno in politica. I fenomeni mediatici che tengono banco ed audience, non per forza condizionano la pubblica opinione che pure sembra accogliere, apprezzare, condividere questo tipo di sollecitazione. Questo poi per dire cosa. Che, non per forza il like (consenso edonistico) è un voto (consenso intimo e ragionato). Non per forza i dati auditel traducono condivisione. Non per forza ciò che provoca rumore e più forte del silenzio.

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