Gli snobbati
Chi
pronosticava che l’intellettualismo sinistro arrivasse a così tanto c’ha visto
bene e merita un plauso. Specie dopo manco un mese dal responso elettorale: di
solito il giochetto del voto utile (cioè quello dato alla sinistra) veniva
impartito dai topi dei caffè letterari e di tastiera nei cosiddetti periodi
morti, quelli di stallo in cui non si è distratti dalla verve del Cavaliere.
Ora si gioca all’attacco prematuro, ma qualcuno dal naso e dal palato fine ha
già capito di cosa si tratta: tutto questo disprezzo è figlio della bastonata.
Lo snobbato è colui che non ci capisce una mazza. |
Come
ho fatto a non pensarci? La bastonata!. Quella che si riceve quando si è
convinti di aver già ottenuto qualcosa, quella che si manifesta quando nella
vittoria giace la sconfitta. Il bersaglio nel corso del tempo cambia: ovviamente
anche i cecchini si evolvono. Ora la volpe più ambita nel range ecologico e politicamente
corretto è diventata l’elettorato pidiellino. Mesi fa, parlando del serio e del
faceto con un collega di altre lunghezze d’onda ebbi a dire scherzosamente che tra
le file dell’elettorato di massa, quelli che votano a destra tendenzialmente sono
meno “ferrati” rispetto a quelli che sostengono il centrosinistra. Ma non c’ho
mai creduto fondamentalmente.
Eppure fui profetico: dal 26 febbraio ad oggi, il
29,1% degli elettori peninsulari, senza considerare quelli all’estero è ignorante,
sconsiderato e pure arretrato: caspita, ultimamente i topi da tastiera ci vanno
giù pesante. A loro poi, si aggiungono come se non bastasse pure i grillini,
che manco sanno chi c’hanno mandato in Parlamento. Gli snobbati rappresentano
un quarto della popolazione, ed è forse la loro consistente quantità numerica
che fa di loro degli snobbati. Se fossero stati irrilevanti o peggio ancora, se
avessero permesso all’antiberlusconismo latente di formare un esecutivo senza tanti
problemi sarebbero stati risparmiati da cotanta mania di superiorità
intellettuale ed ideologica.
Mi hanno sempre
insegnato una cosa, che serve soprattutto in politica: il voto è l'espressione
del Paese a meno che non sia stato falsato o imposto. Esso va analizzato, non
criticato. Detto questo, c'è un 29% delle persone che non ha votato Bersani,
che non è figlio di “questa” sinistra, che preferisce altri esponenti. Una
volta la diagnosi a base di pillole d’etica e antibiotici di sana politica veniva
sottoposta al paziente avversario, ora si è passati a consegnare le cartelle
cliniche direttamente agli elettori, quelli che non capiscono una mazza, i
poveri snobbati appunto.
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