Quanto ha stufato l’antiberlusconismo?


Ascolti da record. Quali? Quelli di Benigni che spiega la Costituzione e un po’ prima, quelli della Littizzetto che spara sentenze politiche. Dicesi satiri: coloro i quali usano il canale mediatico per dire la loro, a volte, spesso o quasi sempre. Peccato che non si sono accorti che qualcosa, rispetto a diciassette anni fa è cambiato. E se la satira va a passo con i tempi, c’è qualcosa che non mi torna nei lunghi monologhi dell’eroe nazionalpopolare Benigni e della donna avanguardista postmoderna Littizzetto.

La storia di Berlusconi ha stancato. Persino Bersani l’ha capito: oramai parla d’altro. Loro però, imperterriti, si giocano ostinatamente sempre le stesse carte. Le risate tanto non calano e gli ascolti neppure. Ad un Berlusconi leader non ci crede praticamente più nessuno, ad eccezione di qualche maniacale e malcapitato adepto. Eppure loro, lo mettono ancora al centro dei loro teleditoriali; giocano ancora un ruolo nello scacchiere antiberlusconismo latente, anche se Berlusconi nei fatti e nei pensieri dell’imprenditoria, dei militanti, dei giovani di centro destra non c’è più. E non si sente una parola su Penati, sulle primarie Pd e le polemiche che ha scaturito, sulla questione Di Pietro e dell’abbandono dell’Idv di Donati. Nulla, il vuoto più assoluto. Nessuno si domanda o approfondisce. Ma questo è un altro discorso, che sa di sfogo ed è quindi evitabile.
Che la satira in Italia non sia più bipartisan si sa da parecchio, ma che vada svecchiata è un ipotesi molto recente. Speriamo che Berlusconi scompaia presto dalla circolazione: sono curioso di sapere questa gente cosa s’inventerà. Altrimenti faremo come loro: dovremmo chiamarli di conseguenza ancora Principessa sul pisello e Jhonny Stecchino.    

Commenti