I nostri prossimi 4 anni di governo (Maya permettendo).


Con molte probabilità il vincitore delle primarie di domenica sarà il capo del governo per i prossimi quattro anni. E non solo per suoi meriti. Il centrodestra gioca al massacro, con mire retrospettive e nostalgiche, dal passato glorioso di Forza Italia, al rimpasto delle vecchie alleanze. Grillo, sposta il baricentro elettorale verso di sé ed in parte a sinistra, e Di Pietro, Fini e Casini son già belli che bruciati.

Ho provato ad immaginare, con netto anticipo, ciò che si prospetta. Giocheranno allo scaricabarile nei talk show politici, su chi ha appoggiato meno o di più Mario Monti, diranno che loro non erano mica d’accordo sulla spending review, tergiverseranno sulla legge elettorale, arriveranno anche a dare le colpe al governo tecnico che loro hanno reso forte, con fiducie ed adesioni che non si contano, non solo in Parlamento.

E noi? Ci toccherà sorbirci gli squallidi spettacoli da bottega tra i veterani che hanno salvato il loro posto, e quelli che lo rincorrono ancora una volta a destra e soprattutto a manca. Potremo cambiare qualcosa, qualche carta sulla tavola? Domenica sera, come dicevo, forse qualcosa sì. Quella del ballottaggio Pd è una votazione più importante del previsto, a meno che il Partito della Lasagna, come ricorda un mio caro amico e collega, non si decida a rinsavirsi. 

Ma forse a quel punto, sarà troppo tardi. La nostra fiducia, sarà già fuori dalla loro calamite attrattiva, saremo stanchi prima del previsto. Almeno non ci toccheranno altri quattro anni di Monti, e nemmeno di Napolitano. Amen.   

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