Errata corrige, il Cavaliere non è ancora morto

Foto da "Il Giornale"

Chiedo venia: non avevo visto così lontano. Non credevo che il Popolo della Libertà, epurato in parte, e cosi provvisoriamente definito dall’altra, sarebbe potuto arrivare a tanto. E poco importa se il successo, seppure le preferenze rispetto a qualche anno fa siano nettamente inferiori, sia da attribuire alle catapulte da campagna elettorale: gran larga parte dell’opinione pubblica, me compreso, non credeva si finisse così, anche perché Berlusconi di cartucce in zona Cesarini ne ha sempre sparate. E dunque, ci ritroviamo in un lunedì sera di febbraio non qualsiasi, alle ventidue circa davanti al divano ancora col cardiopalma, ancora senza un netto vincitore. Poi, in tarda serata, si definisce il quadro e per una manciata di voti il pallido centrosinistra, che nel frattempo aveva ripreso colore, si ritrovava in testa sia alla Camera che al Senato.
Il Cavaliere non è morto: in Campania stravince, in terra di Trinacria pure. Ingroia è stato uno sfortunato esperimento elettorale, e non promette che ritorni a presentarsi; Monti ha fatto più del dovuto ma forse non è bastato, i suoi bracci destro e sinistro hanno abbandonato la vita (politica) terrena. “Che fai mi cacci?” si chiedeva Fini in un lontano ma non remoto congresso berlusconiano: mai domanda fu più profetica. Peccato pure per Giannino, che manco rilascia dichiarazioni ma lascia in imbarazzo davanti alle telecamere la nuova e giovane presidente di Fare, che in realtà vorrebbe “fare” altro. E giù di li: Di Pietro, Bonino, Casini.. tutti a casa, o quasi. L’Udc si salva grazie alla lista unica al Senato ed anche Della Vedova futurista che va in Parlamento.

Errata corrige, titolavo: per una previsione sbagliata, ben meno grave di quella di ieri dei sondaggisti. Forbici apertissime separavano, nel primo pomeriggio, Bersani da Berlusconi. Ovviamente Grillo era stato sottovalutato e Monti & company erano stati pompati. Piepoli si giustificava, facendo battute simpatiche e arrossendo pure, dando le colpe alla terza età: si giustificavano qualche ora dopo anche i perdenti ed i pseudo vincitori di questa campagna elettorale breve e cruenta, additando le colpe dell’ingovernabilità che ne conseguirà nei mesi a venire alla mancata riforma elettorale che proprio loro non hanno votato in Parlamento. Il vincitore di queste elezioni? Ovvio che sia Grillo. Ma qualcuno non è morto, come si pensava.

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